mercoledì 20 aprile 2022

"I misteri di Marsiglia" di Zola

Un roman feuilleton a firma di Zola, prima che Zola diventi il maestro del realismo francese, che pure, nell'opera giovanile I misteri di Marsiglia (1867), s'intravede, qua e là.

Un amore contrastato, lui di condizione sociale inferiore a quella di lei, lui, Philippe Cayol, un avventuriero, lei, Bianca de Cazalis, un'ingenua, la fuitina, sì c'è anche quella, la famiglia di lei, meglio lo zio e tutore, che li cerca, la cattura, il processo rumoroso e la condanna di lui, l'abiura di lei, la fuga di lui, poi il figlio della colpa, infine l'espiazione e la redenzione che culminano con la morte di tutti e due per via del colera. Ma, il figlio sopravvive.

Emile Zola


Raccontata così, raccontata anche male, per carità, questa storia si fatica ad intestarla a Zola. Eppure è tutta sua. Ed è bella, avvincente, piena di quei colpi scena tipici del romanzo tout court, non soltanto del romanzo ottocentesco, quando ancora non si era rinunciato all'ambizione di stupire e sorprendere il lettore e, sì, anche di tenerlo sveglio, a forza di scossoni, davanti al fuoco del camino. Ne risulta comunque un affresco riuscito della Marsiglia e della Provenza e forse del Midì degli anni '40 del diciannovesimo secolo. E della Francia di Luigi Filippo. E della giustizia che vi si praticava, che aveva mantenuto, attraverso manifestazioni di durezza e di belluina ostentazione, come la gogna, qualcosa di profondamente antico. Verrebbe da dire medievale. Se prima non ci fosse stata la rivoluzione francese. O forse proprio perché c'era stata. Ma, questa sarebbe un'altra storia. 

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